Se le coincidenze non esistono, questa è una di quelle.
Il noto contattato di fama mondiale, Howard Menger, ha lasciato questa dimensione anche lui all'età di 87 anni, come il nostro caro e amato Eugenio. Esattamente il 25 febbraio del 2009 nella sua abitazione di Vero Beach in Florida (U.S.A.)
Molto apprezzato dallo stesso Eugenio, in quelle volte che gli chiedevano chi fossero altri contattati che avessero credibilità, fra questi aveva proprio inserito Howard Menger, che unito a Adamsky, Denaerde, Fry, per Eugenio, chiudevano il cerchio di coloro, che non avevano vissuto solo esperienze con LORO, come molti altri, ricordiamo Paul Villa, ma che erano anche stati scelti per andare oltre, come possiamo costatare dalle loro esperienze. Ebbe numerosi contatti con Esseri di altri pianeti, e molto più evoluti di noi. I
contatti con esseri provenienti da altri mondi continuarono anche
durante il servizio militare che Menger prestò ad Okinawa. Durante
uno di questi incontri gli fu profetizzata la distruzione di
Hiroshima e Nagasaki, per lo scoppio di due ordigni nucleari. Nel
settembre del 1956, secondo il suo racconto, fu portato dagli
extraterrestri sulla Luna,come analogamente visse una tale esperienza Eugenio però sulla Luna Nera.
Menger scattò alcune istantanee mostranti
una struttura cupolare ed un disco sospeso al di sopra.
Menger
ricevette diversi messaggi dagli Extraterrestri che spiegavano il motivo
della loro visita sul nostro pianeta. I “fratelli dello spazio”,
come era solito chiamarli, giungono fino a noi da lontani lidi. Spesso volte quando gli chiedevano il suo pensiero, al riguardo chi fossero, e perché venissero, rispondeva così.
“Per
impedire una distruzione planetaria che causerebbe seri problemi
all’equilibrio dell’intero sistema solare… LORO ci considerano
dei fratelli e ci amano… vivono in pace ed armonia e lavorano per
servire Dio… migliaia di esseri dalle sembianze umane, venuti da
altri pianeti vivono in mezzo a noi. Alcuni si sono incarnati in
corpi terrestri, altri hanno raggiunto la Terra a bordo di
un’astronave e poi si sono stabiliti qui. Può anche darsi che
vivano nella casa accanto alla vostra, uno di loro potrebbe essere un
vostro collega di lavoro, la cameriera che vi serve al bar o al
ristorante. Ciò che comunque accomuna tutti questi spiriti è il
loro amore per il prossimo”...
Per certi aspetti, sembra di leggere il messaggio dello stesso Adamsky, come affermava della loro presenza in mezzo a noi tra la gente comune, e il messianico di Eugenio, per la preoccupazione di una distruzione planetaria, a causa dell'incuria dell'uomo di questo pianeta.
Howard Menger
Howard Menger e una sua istantanea fatta 1956 ad un extraterrestre.
La Prima della serie
La seconda Immagine della stessa serie
Il contattato Howard Menger rilasciò una delle sue ultime interviste intorno alla metà degli anni "90 e di cui ne sono in possesso.
D:
All’età di dieci anni Lei si incontrò, per la prima volta, con un
essere extraterrestre. Cosa ha provato in quel momento e quanto
questo evento ha influenzato la sua vita?
HM:
Era il 1932 e io avevo 10 anni. Stavo passeggiando nel bosco quando
vidi, vicino ad un ruscelletto, la donna più splendida che i miei
occhi avessero mai contemplato: i lunghi capelli biondi le
incorniciavano la testa e le spalle e l’abito che indossava
ricordava quello di uno sciatore. Quando si voltò verso di me provai
un forte sentimento d’amore e di attrazione fisica nei suoi confronti
e la sensazione di conoscerla già. “Howard - mi disse mentre
fremevo di gioia - ho intrapreso un lungo viaggio per venire a
trovarti e per parlare con te”. Mi rivelò che sapeva da dove
venivo e quale sarebbe stata la mia missione sulla terra; lei e i
suoi simili mi osservavano da molto tempo con mezzi che io non potevo
comprendere. Poi si avvicinò e disse di conoscermi da molto, molto
tempo. Improvvisamente la sua espressione si fece triste e lei iniziò
a parlarmi dei grandi cambiamenti che avrebbe sopportato il mio paese
e il mondo intero: tremende guerre, torture e distruzione sarebbero
state la conseguenza delle incomprensioni tra i popoli. “Quando
sarai più grande - disse - comprenderai meglio la tua missione. E
ricorda che noi contattiamo i nostri simili”.
D:
Ha raccontato a qualcuno le sue esperienze?
H.M.:
Non parlai con nessuno di quanto mi era successo. Ero già
considerato un po’ pazzo per le mie idee sull’esistenza di altri
mondi abitati!
D:
Durante il servizio militare un essere alieno le profetizzò
l’esplosione della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Come le
parlò della bomba atomica che ancora non era stata inventata?
H.M.:Una
notte, al campo, mi svegliai di soprassalto a causa di una voce che
mi chiamava con insistenza. Mi resi conto, dopo un po’, che si
trattava di una comunicazione telepatica e quindi mi vestii in gran
fretta e mi diressi verso una delle grotte situate nella zona
occidentale dell’isola nella quale si trovava il nostro
accampamento. Lì incontrai uno dei miei “amici”. Tra le altre
cose mi parlò di un avvenimento che si sarebbe dovuto verificare
molto presto e che avrebbe scosso il mondo dal suo letargo. “Ti
chiederai cosa intendo dire - mi chiese - molto presto vedrai a cosa
alludo”. Qualche giorno più tardi qualcuno schiacciò un bottone e
un inferno incandescente polverizzò Hiroshima.
D:
Gli extraterrestri le fecero altre profezie?
H.M.:
Mi dissero di conoscere molto bene gli uomini della Terra, molto
meglio di quanto non ci conoscessimo noi stessi. Quando chiesi al mio
amico perché i nostri scienziati non avessero ancora scoperto la
forza elettromagnetica lui mi rispose: “Ah, ma l’hanno scoperta!
Non la sanno però utilizzare. Se ne conoscessero il segreto se ne
servirebbero, probabilmente, per fini distruttivi. Finché non
avranno raggiunto la maturità necessaria l’Onnipotente impedirà
loro di utilizzarla”.
D:
Lei ha più volte dichiarato di aver viaggiato in altre galassie e di
aver visitato altri pianeti. Cosa ricorda di queste esperienze?
Video autentico esclusivo dell'archivio del C.S.F.C. Proiettato negli anni "70 da Eugenio Siragusa. Si nota l'evoluzione del Tracciatore magnetico,Così li chiamava Eugenio, appunto perché seguono le linee magnetiche presenti nei nostri cieli. Queste linee furono anch'esse battezzate per la prima volta anche in Italia "orto tecniche" dopo una serie di studi condotti in francia. Eugenio secondo le informazioni ricevute dai piloti di questi prodigiosi mezzi ne avvallò l'autenticità e il nome corretto appropiatogli.
Per Gentile Concessione di Howard Menger ad Eugenio Siragusa
http://www.dailymotion.com/video/xltwdo_howard-menger-s-ufo-films_shortfilms?ralg=meta2-only#from=playrelon-2
Tracciatore Magnetico seguito del precedente video facente parte del l'archivio del C.S.F.C.
Per Gentile Concessione di Howard Menger ad Eugenio Siragusa
Per Gentile Concessione di Howard Menger ad Eugenio Siragusa
H.M.: Il primo settembre del 1956 ebbi l’invidiabile possibilità di viaggiare a bordo di una delle loro astronavi. Mi fecero entrare in una grande sala circolare al centro della quale si trovava una sorta di macchinario a forma di spirale, apparentemente d’oro. Mi fecero sedere mentre uno dei tre uomini che costituivano l’equipaggio si sedette davanti al pannello di controllo. Un altro essere si mise accanto a lui mentre il terzo rimase vicino a me. Improvvisamente lo schermo si illuminò ed io vidi pianeti grandissimi su uno sfondo di stelle. Sorpassammo la luna e osservammo il passaggio di alcune meteore e, infine, raggiungemmo Venere. Sorvolammo il pianeta ed io vidi delle magnifiche costruzioni a forma di cupola con pianerottoli a spirale in mezzo a boschi e giardini. Vidi foreste, vaste distese d’acqua e persone in abiti dalle tinte pastello. Notai anche la presenza di animali che non mi erano familiari e di veicoli privi di ruote che sembravano fluttuare sul suolo. Quando ritornai sulla terra mi sembrò di entrare in una prigione. In seguito, comunque, ho fatto altri viaggi con loro. Sono stato, ad esempio, sulla luna.
D:
Quante fotografie ha potuto scattare ai dischi volanti alieni e ai
loro equipaggi?
H.M.:
Ho potuto scattare quante fotografie volevo solo che per farlo ho
avuto bisogno di una lente speciale della quale mi fecero dono i
viaggiatori dello spazio.
D.:
Le hanno mai parlato di Dio?
H.M.:
Alla fine di agosto del 1956(*) ebbi il privilegio memorabile di
incontrare uno dei più evoluti fra gli uomini di altri pianeti. Mi
ero recato in uno dei luoghi di contatto e vidi arrivare l’astronave.
Somigliava ad un grande sole e per questo ripensai al miracolo di
Fatima e all’enorme palla di fuoco che i testimoni identificarono
con l’astro solare. Una volta atterrato il disco mi venne incontro
un uomo grande e bello dai capelli biondi che trasmetteva un forte
sentimento di compassione e d’amore. Penso che se mi fosse apparso
il Maestro Gesù avrei provato per lui gli stessi sentimenti che
sentivo per questo essere. Alzò le braccia e iniziò a comunicare
con me telepaticamente, trasmettendomi in pochi minuti più
informazioni di quante ne avrei potute apprendere in una settimana di
colloqui. “Voi vivete in un mondo d’illusione - mi disse - non
comprendete di essere esseri quadridimensionali in quanto possedete
il pensiero che è il vostro sesto senso. Sappiate bene che lo
spirito pensa sempre, anche dopo la morte che, in realtà, non è la
fine di tutto. Conosciamo il vostro concetto errato sulla natura di
Dio. L’intelligenza Suprema non ha forma. Dio non è un uomo. Dio è
l’universo stesso. L’uomo è limitato ma Dio è senza limiti, è
infinito: Egli si esprime in tutti gli uomini, in tutte le forme. Gli
uomini sono dei che si formano alla scuola della vita, su questo e su
altri pianeti, che ricercano il Sapere e la Saggezza per poter
servire i loro fratelli e il Creatore. L’uomo avanza continuamente
sulla scala che porta alla perfezione e anche se un gradino si rompe
sotto il peso dei suoi errori, il suo scopo è sempre quello di
diventare perfetto, una sola cosa con Dio. La sua Anima registra i
suoi errori, le sue esperienze, i suoi pensieri. L’anima di un uomo
come nel caso delle forme di vita inferiori, cani, gatti, mucche,
cavalli ecc. è il risultato del processo di evoluzione di una
Coscienza. Quella che voi chiamate reincarnazione è preceduta da un
processo di transizione che voi chiamate morte, ma questa non
rappresenta la fine della Coscienza ma la continuazione delle
esperienze vissute senza l’aiuto del corpo fisico. La morte è solo
un’illusione: tu sei sempre esistito ed esisterai sempre, tu sei
eterno come l’Universo, come Dio. I vostri scienziati non sono
ancora abbastanza aperti poiché rifiutano quanto non riescono a
spiegare con l’aiuto del cosiddetto metodo scientifico. Ma un
giorno dovranno imparare ad elaborare una nuova scienza”. Questo mi
disse quel meraviglioso essere che con le sue parole mi trasmise
forza e coraggio.
D:
Ha mai provato un senso di sconforto a causa dell’indifferenza
della gente?
R:
Io e mia moglie non ci siamo mai scoraggiati anche se a volte siamo
rimasti delusi di fronte alla reazione dell’umanità.
D:
Pensa che sia cambiato l’atteggiamento delle masse nei confronti
del fenomeno UFO?
H.M. Durante le mie conferenze ho sempre detto: “Voi tutti siete
speciali... perché? Perché siete qui!” Penso che nelle masse si
stia verificando un’apertura di coscienza.
D:
E’ ancora in contatto con loro?
H.M.:
Certamente. Tutti lo siamo, semplicemente non sappiamo di esserlo.
D:
Ha una visione ottimistica del futuro..?
H.M.:
Sono ottimista perché ho incontrato degli angeli. Anche mia moglie
la pensa come me.
D:
C’è un messaggio particolare che lei vorrebbe trasmettere a tutti?
H.M.:
Il mio messaggio e anche quello di mia moglie è il seguente: “Siamo
tutti responsabili del nostro destino... ognuno individualmente...
loro (gli extraterrestri) vogliono che ci salviamo da soli e non
possono interferire con il destino dell’umanità... loro possono
solo intercedere”.
D:
Grazie.
HM:
Grazie a voi.
(*)...Cade esattamente in questi Giorni
Grazie a Te Howard, per quanto ci hai concesso con la tua disponibilità, alla VERITA' PIU' GRANDE DI TUTTI I TEMPI.
(*)...Cade esattamente in questi Giorni
Grazie a Te Howard, per quanto ci hai concesso con la tua disponibilità, alla VERITA' PIU' GRANDE DI TUTTI I TEMPI.
Filippo Bongiovanni
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